Isabella Ferrari, il suo periodo più difficile: “Non mi arrivano offerte, ero invecchiata”

L'attrice ha raccontato del momento in cui non riceveva più chiamate e del perché abbia lasciato "Distretto di Polizia". La verità di Isabella Ferrari

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Martina Dessì

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Content editor di tv, musica e spettacolo. Appassionata di televisione da sempre, designer di gioielli a tempo perso: ama i particolari, le storie e tutto quello che brilla.

Pubblicato: 30 Marzo 2025 13:25

Una carriera lunga decenni, caratterizzata da una bellezza magnetica che è stata la cifra distintiva del suo essere attrice. Isabella Ferrari è oggi una professionista realizzata e ricercatissima, ma ci sono stati momenti in cui il telefono aveva smesso di squillare. È stato di certo un passaggio doloroso, per lei, che si è vista mettere da parte perché il suo corpo stava cambiando e che non era più considerato sensuale come un tempo.

La verità di Isabella Ferrari

In una lunga intervista resa a La Stampa, Isabella Ferrari ha spiegato di aver attraversato un momento particolarmente difficile della sua carriera, in cui non le arrivavano più proposte come un tempo: “Non mi arrivavano più offerte, per un attore è complicato, si vive sempre in attesa della prossima parte… forse ero cambiata, forse ero invecchiata, non ero più la donna seduttiva di certe storie”.

Col tempo, che cose sono cambiate ma niente è stato più come prima. Sono arrivati ruoli minori, in cui il suo punto di vista era inevitabilmente cambiato: “Noi donne in questo cinema dobbiamo sempre fare i conti con l’età“. Eppure, da quell’immagine della donna perennemente seducente ha voluto sempre distanziarsi: “E ci sono sempre riuscita, interpretando film o serie tv che mi allontanavano da quel tipo di rappresentazione”.

Perché aveva lasciato Distretto di Polizia

Il ruolo che le ha dato la grande popolarità televisiva è stato di certo quello di Giovanna Scalise in Distretto di Polizia, la misteriosa Commissario che ha fatto innamorare il pubblico della nuova fiction all’italiana. Lo stupore di quando decise di svestire i panni della poliziotta fu grande, soprattutto perché era nel pieno del suo successo: “Se avessi continuato mi sarei arricchita, ma a quel punto avevo di nuovo voglia di un’altra pelle”.

“Passavo e mi salutavano ‘Commissario’, ma io non volevo diventare il commissario d’Italia, anche se mi sono divertita tanto e ho lavorato con attori stupendi. Magari un altro anno avrei potuto pure farlo”, ha sottolineato, ma la sua necessità era quella di provare altro e di dare una nuova direzione alla sua carriera che da quel momento si è spostata di nuovo sul cinema.

Il grande incontro della sua vita è stato quello con Ettore Scola: “Ricordo ancora quando, sul set di Romanzo di un giovane povero, prima che iniziassi a recitare un lungo monologo che mi spaventava molto, mi mise una mano sulla spalla dicendo ‘parti da te stessa, pensa a tua madre'”. E Dino Risi, che non l’ha mai risparmiata: “Urlava con il megafono ‘sei la più cagna’ e poi, un attimo dopo, ‘sei la più bella’. Il film era Dagobert. Tornavo a casa e soffrivo un sacco, però quelli sono stati incontri stimolanti, soprattutto se li paragoniamo ai nostri giorni, ai set in cui bisogna stare attenti a tutto quello che si dice, in cui si gira con l’intimacy coordinator. Se ripenso a quel passato mi sento una sopravvissuta, e anche molto bene”, ha concluso parlando dei registi che hanno reso prestigiosa la sua lunga carriera da attrice iniziata quand’era ancora giovanissima.