Eredità Berlusconi, che fine ha fatto e come è stata divisa

Silvio Berlusconi ha lasciato un'eredità ingente che ha voluto dividere tra i figli, ma nell'ultimo testamento ha inserito anche due legati da 100 milioni

Pubblicato: 12 Giugno 2025 11:54

Martina Dessì

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Quando Silvio Berlusconi è scomparso il 12 giugno 2023, con lui se n’è andata una delle figure più controverse, per molti carismatica e divisive della storia italiana recente. Ma il vuoto lasciato dall’ex Cavaliere non è stato solo politico o mediatico. La sua morte ha aperto il sipario su un’eredità gigantesca, non solo in termini economici, ma anche simbolici. Cosa ne è stato dell’impero costruito in decenni di intuizioni, potere e spettacolo?

Il suo nome è rimasto impresso nella nostra memoria per aver dominato sulla televisione commerciale, per le battaglie imprenditoriali e per la sua discesa in campo che ha cambiato per sempre il volto della politica italiana. Ma accanto all’uomo pubblico, c’era l’imprenditore visionario, a capo di una galassia di società che hanno mosso miliardi. La sua eredità, stimata in circa 4,5 miliardi di euro, è stata oggetto di analisi, trattative e — come spesso accade — riflessioni su cosa significhi davvero lasciare un segno.

Il testamento di Silvio Berlusconi

“Non sono immortale”, aveva detto Silvio Berlusconi in un’intervista, quasi a voler esorcizzare il tempo che era una delle poche cose che non poteva controllare. Eppure, il suo testamento ha rivelato una consapevolezza precisa, un disegno ordinato che ha tracciato con decisione nelle ultime ore che ha trascorso al San Raffaele di Milano. Tre i documenti ufficiali stilati tra il 2006 e il 2022. L’ultimo, una lettera manoscritta, è stato redatto pochi giorni prima della sua morte ed è quello che contiene i due legati.

A sorpresa, oltre agli eredi diretti — i cinque figli avuti dai due matrimoni con Carla Elvira Dall’Oglio e con Veronica Lario — Silvio Berlusconi ha lasciato un legato anche alla sua compagna Marta Fascina, alla quale ha destinato 100 milioni di euro, che è stato accettato dagli aventi diritto. Cento milioni anche per il fratello Paolo, che è rimasto al suo fianco fino alla fine. Il grosso del patrimonio — tra quote societarie, immobili, conti e beni di lusso — è andato ai figli, seguendo una ripartizione chiara: Marina e Pier Silvio, i primogeniti, hanno ricevuto la quota di maggioranza di Fininvest, il nucleo dell’impero di famiglia, mentre gli altri tre figli — Barbara, Eleonora e Luigi — hanno ottenuto il resto in proporzioni uguali. Il Monza, di cui era stato Presidente negli ultimi anni di vita e che l’aveva riportato al ricordo del suo Milan, è stato messo in vendita.

Fininvest, la chiave dell’eredità

Il lascito più cospicuo e delicato di Silvio Berlusconi è senza dubbio Fininvest, la holding di famiglia, vero punto d’incontro di interessi economici e strategici. Con il passaggio delle quote a Marina e Pier Silvio, già da tempo protagonisti attivi del gruppo, si è chiusa la porta su ogni possibile incertezza successoria.

Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e di Mondadori, e Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset (ora MFE), rappresentano la continuità voluta dal padre, la solidità della visione editoriale e l’innovazione dell’universo televisivo che oggi è nelle mani del suo secondogenito. La linea di successione si è rivelata fluida, malgrado il legato destinato a Marta Fascina sia stato rateizzato e liquidato in più tempi. Silvio Berlusconi aveva quindi previsto tutto. L’equilibrio tra eredi, la centralità dell’azienda e il rispetto degli affetti più stretti. Persino l’assenza di contenziosi — almeno per ora — testimonia una strategia lucida, costruita in anni di potere e controllo.

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