Cosa significa essere sex positive

Scoprire il sex positive: una visione consapevole, inclusiva e libera della sessualità, oltre stereotipi e moralismi

Foto di Giulia Farsetti

Giulia Farsetti

Giornalista e Sex Editor

Giornalista e Social Media Manager, da sempre ama scrivere, creare contenuti e raccontare storie. Da anni studia e scrive di benessere e sessualità. Gestisce diversi profili social e, da brava Vergine, adora organizzare tutto alla perfezione… Con immancabili evidenziatori colorati!

Pubblicato: 30 Giugno 2025 12:14

Parlare di sesso oggi è molto più semplice, sembra quasi non essere nemmeno un tabù, almeno all’apparenza. Pensiamo e comunichiamo la sessualità in un modo che sembra essere più libero e inclusivo, ma la realtà? Purtroppo viviamo in una società ancora troppo condizionata da stereotipi, moralismi e vergogna interiorizzata. Ed è proprio in questo contesto che nasce e si afferma il sex positive, un movimento sociale, politico, filosofico e scientifico che vede la sessualità in modo più consapevole, libero, non giudicante e sicuro. Esistono vari aspetti legati al sex positive che hanno radici storiche e filosofiche profonde: se ne parla già dai primi anni del ‘900, ma è dagli anni ’90 fino ai giorni nostri che il sex positive è entrato sempre più nella nostra mentalità. Perché il vero obiettivo del sex positive è limitare atteggiamenti negativi legati a questo universo, promuovendo la sessualità nelle sue molteplici forme in modo libero.

Cos’è il sex positive?

Il sex positive è un approccio culturale, sociale, psicologico alla sessualità in modo “positivo”, che promuove una visione libera, consapevole e rispettosa della sessualità. Tutto si basa sul consenso e sulla libertà di scelta, quindi sul rispetto di sé e dell’altra persona.

Questo movimento vuole superare tabù e stereotipi dentro cui è ancora ingabbiato il sesso e argomenti a esso legati; si parla di accettazione verso ogni espressione di desiderio, purché  basata sulla consapevolezza, sul benessere personale e sul rispetto.

Le nuove generazioni stanno abbracciando questa visione con maggiore apertura: il sex positive diventa così anche uno strumento educativo e relazionale, che promuove, appunto, una educazione sessuale inclusiva, la conoscenza del proprio corpo e quella dell’altro, la salute sessuale e il diritto al piacere. È un movimento che valorizza l’autenticità e la libertà personale.

Cosa non è il sex postive?

Quando si parla di sex positive non si parla di ipersessualizzazione o di promiscuità, non significa “fare tutto” o essere disinibiti né tantomeno non prestare attenzione alla salute sessuale e fisica di sé e del partner. Infatti, non è un invito a vivere la sessualità in modo superficiale.

La sessualità per molto tempo, e in parte anche oggi, viene vissuta all’interno di schemi repressivi e moralistici, dove anche il desiderio (soprattutto femminile) viene ignorato, giudicato o, peggio, demonizzato. Il pensiero sex positive si inserisce proprio in questo aspetto, in una dinamica diametralmente opposta, fatta di una visione consapevole, rispettosa e non giudicante.

Vuole essere un cambiamento culturale, che porta inevitabilmente a interrogarsi sui propri desideri, limiti e bisogni, indipendentemente dai pregiudizi esterni o dai ruoli imposti dalla società. Non è “tutto lecito”, ma ogni espressione sessuale passa attraverso il filtro del consenso, della libertà, della salute e del rispetto.

Un po’ di storia del sex positive

Il sex positive ha radici nell’educazione della sessualità e nei movimenti per i diritti civili. Non è un caso che già a inizio Novecento si parla di fluidità sessuale e identità non binarie, grazie al medico tedesco Magnus Hirschfeld. Questi concetti sono alla base dell’emancipazione e del benessere sessuale e, quindi, di una visione positiva e fluida della sessualità stessa. Negli anni ’40 e ’50, la filosofa Simone de Beauvoir ridefiniva la sessualità femminile in chiave esistenzialista, liberandola dalla visione passiva e patriarcale. Mentre dagli anni ’90 a oggi, attiviste come Carol Queen hanno portato il sex positive nel mainstream, collegandolo ai temi del consenso, dell’inclusività e dell’educazione sessuale. Come ricorda anche Filippo Maria Nimbi nel suo libro “Sex Positive – La rivoluzione gentile”, questo movimento non è solo una filosofia sessuale, ma una cultura del rispetto, della libertà e della consapevolezza.

Cosa significa essere sex positive nella vita quotidiana

Essere sex positive nella vita quotidiana non significa solo accettare la propria sessualità, ma vivere ogni aspetto della relazione con sé e con gli altri in modo consapevole, rispettoso e autentico. Quindi significa saper comunicare i propri desideri, i propri limiti e le proprie emozioni, riconoscendo la sessualità come parte integrante del benessere personale. Nel suo libro, Nimbi parla di 6 principi per ripensare la sessualità, vivendo il sesso come un’esperienza appagante; parla di apertura, autodeterminazione, accessibilità, piacere, consenso e rispetto. Applicarli significa vivere senza vergogna la propria storia, i propri desideri e le proprie relazioni.

Perché è importante essere sex positive oggi

Tabù, disinformazione, stereotipi e pochissima educazione sessuale fanno sì che adottare un approccio sex positive sia un gesto rivoluzionario, invece che ordinario. Vivere una sessualità senza giudizi, vergogna o stigma è fondamentale per contrastare attivamente la cultura del silenzio, del body shaming e della diseducazione sessuale. E questo porta a una richiesta più o meno silenziosa di una informazione adeguata, di accettazione di diverse forme di desiderio e identità, nel rispetto di tutti, senza essere giudicanti.

Questo tipo di approccio favorisce relazioni autentiche e sane, basate sulla comunicazione e sull’espressione libera di sé.