Il tumore dell’endometrio interessa il corpo dell’utero e, come anticipato, è estremamente frequente, con un trend in aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione. Si tratta infatti di una neoplasia del post menopausa, con una diagnosi intorno ai 60 anni.
Tra i fattori di rischio, oltre all’età, è ormai accertato un aumento in caso di obesità e diabete. Un ruolo lo gioca anche l’eccessiva esposizione agli estrogeni come avviene a fronte di un inizio precoce del ciclo mestruale (menarca precoce), di menopausa tardiva o assenza di gravidanze. Altri fattori sono la familiarità e l’ereditarietà: in quest’ultimo caso la Sindrome di Lynch è una condizione ereditaria che aumenta il rischio di sviluppare sia un tumore dell’endometrio, sia del colon in età giovanile. Per il tumore dell’endometrio purtroppo non esiste uno screening come il pap test per il collo dell’utero. La diagnosi è abbastanza semplice, perché è prevalentemente legata a un sintomo precoce: il sanguinamento anomalo in pre e postmenopausa, che va sempre approfondito con esami specifici. Per fortuna, le terapie sono sempre più efficaci: vanno studiate caso per caso ed oggi, in certe pazienti, è possibile associare alla chirurgia e alla chemio-radioterapia anche l’immunoterapia, che sta offrendo importanti contributi in termini di controllo della malattia facendo sperare per un futuro, di poter portare a guarigione anche nei casi più complessi.
Nell’evento live trasmesso il 18 giugno, ne abbiamo parlato con la Dr.ssa Angelica Sikokis, Medico Specialista dell’O.A. di Parma.
Con il contributo di GSK