Malattia renale cronica, in arrivo nuove cure per il prurito di chi è in dialisi

Un nuovo farmaco per trattare il prurito, un disturbo che colpisce più del 38% dei pazienti con insufficienza renale cronica

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 19 Giugno 2025 10:12

Il prurito, a volte assume caratteristiche che rendono davvero difficile la vita di ogni giorno. Lo sanno bene le persone che sono sottoposte a dialisi per vicariare la funzione dei reni, incapaci di svolgere correttamente il loro compito. Nelle fasi più avanzate della malattia renale cronica, quella che un tempo si chiamava insufficienza renale, il ricorso a questo trattamento diventa un vero e proprio salvavita, in attesa del trapianto.

Ma il prurito, per una quota di pazienti sottoposti ad emodialisi, diventa un compagno di viaggio. Sta per diventare realtà in clinica una terapia mirata in questo senso grazie a difelikefalin, farmaco indicato per il trattamento del prurito da moderato a grave nei soggetti adulti con malattia renale cronica e in dialisi.

Cosa può cambiare

Giuseppe Vanacore, presidente Associazione Nazionale Emodializzati (ANED), segnala come il prurito rappresenti una comorbilità rilevante, che colpisce più del 38% dei pazienti con insufficienza renale cronica con questo sintomo, come evidenziato da una survey condotta appunto da ANED tra i suoi associati.

“I risultati mettono in luce non solo un elevato livello di disagio legato al sintomo, ma anche un atteggiamento di rassegnazione, accompagnato, tuttavia, dalla forte richiesta di un maggiore impegno nella ricerca finalizzato a comprendere le cause e, soprattutto, a individuare rimedi efficaci per contrastare un sintomo tanto fastidioso quanto invalidante per la qualità della vita – dice Vanacore”.

Insomma. questi dati confermano come il prurito associato a malattia renale cronica da moderata a grave è una condizione comune e altamente sintomatica nei pazienti sottoposti a emodialisi. “La disponibilità di una nuova classe di farmaci segna un importante passo avanti per questa comunità di pazienti – fa sapere Filippo Aucella, Direttore UO Complessa di Nefrologia e Dialisi – Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza Opera di San Padre Pio da Pietrelcina San Giovanni Rotondo, Foggia.

“Nei trial clinici registrativi e nell’esperienza nell’uso compassionevole, difelikefalin ha dimostrato un miglioramento della condizione morbosa nei pazienti che soffrono di prurito moderato e grave, aumentando significativamente la loro qualità di vita”.

Come si arriva alla dialisi

In caso di insufficienza renale si va incontro ad un progressivo calo dell’attività del rene, che non è più in grado di “depurare” il sangue e di assicurare i normali meccanismi di controllo dei liquidi del corpo, producendo quindi urine che non rispondono alle reali necessità dell’organismo, perché troppo o poco concentrate. Negli anni l’insufficienza renale che inizialmente non dà alcun disturbo comincia a dare segni della sua presenza.

Uno dei primi sintomi può essere l’incremento della quantità di urina, legata alla sua scarsa concentrazione, che induce il bisogno di alzarsi più volte durante la notte. Oppure cala di molto la quantità di urina prodotta nelle 24 ore, che arriva a scendere fino al mezzo litro al giorno. O ancora il colore dell’urina si fa più scuro, indice di possibile perdita di sangue. Oppure una forte stanchezza, accompagnata da prurito e inappetenza.

Infine, se il rene perde in maniera significativa la sua capacità di rispondere alle richieste del corpo si possono manifestare gonfiori (i cosiddetti edemi) localizzati soprattutto alle gambe, e legati all’impossibilità da parte dei reni di eliminare i liquidi in eccesso. Per lo stesso motivo si può manifestare una disidratazione.

Infatti se il rene è malato non è in grado di ridurre la produzione di urina quando si suda molto o si è vittime di una forte diarrea, con il risultato che al corpo vengono a mancare sali minerali fondamentali. Quando la situazione tende ad aggravarsi ulteriormente, poi, il rene stesso modifica la sua struttura diventando più piccolo, quasi rattrappito. Si tratta della fase in cui si parla di “rene grinzo”, e in cui le varie componenti del rene non sono più in grado di filtrare correttamente il sangue.

Prende quindi il via la fase più drammatica dell’insufficienza renale con accumulo di sostanze tossiche oppure solo nocive nell’organismo, capaci comunque di danneggiare pesantemente il corpo. Comincia così la fase dell’uremia, definibile come una sorta di intossicazione generalizzata dell’organismo. E si accentuano, anche per i sintomi, i problemi. Prurito compreso.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.