Soffri di acufeni? Ecco (forse) la dieta che può aiutarti

Una ricerca dimostra che la combinazione di certi alimenti, tra cui frutta, fibre e anche caffeina, è associata a una ridotta incidenza di acufene

Pubblicato: 23 Aprile 2025 18:36

Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Ronzio alle orecchie, tinnito o acufene che dir si voglia. Comunque la si chiami, questa sensazione di percepire suoni che in qualche modo “nascono” all’interno del sistema uditivo e non hanno corrispondenza in stimoli sono esterni rappresenta un problema psicologico e fisico per molte persone.

Tra le possibili contromisure, pur se non con intento curativo, ci sono anche le sane abitudini alimentari. Ora una ricerca pubblicata su British Medical Journal (BMJ) prova a mettere in fila le informazioni scientifiche disponibili. E non mancano le sorprese pur tenendo presente che si tratta solamente di informazioni da interpretare con la massima cautela. Non si parla di rapporti causa-effetto, insomma, ma di possibili associazioni. Gli stessi studiosi ricordano comunque che l’azione degli alimenti potrebbe aiutare a proteggere i vasi sanguigni ed i nervi, oltre ad esplicarsi grazie a antinfiammatorie e antiossidanti.

Gli alimenti che aiutano

In termini generali, abituarsi ad un’alimentazione che proponga cibi di qualità è di grande aiuto proprio perché potrebbe aiutare ad agire sia sul flusso del sangue all’interno dell’orecchio sia nella protezione nei confronti dei processi ossidativi e dell’infiammazione.

Gli esperti che hanno firmato lo studio (primo nome Mengni Zhang), hanno preso in esame otto ricerche osservazionali che hanno coinvolto 301.533 persone considerando 15 fattori dietetici. Il tutto, grazie a questionari convalidati di qualità adatta da includere nell’analisi.

In particolare gli elementi nutrizionali considerati comprendevano carboidrati, caffeina, uova, frutta, fibre, grassi, carne, proteine, zucchero, pesce, verdure e latticini. Combinando i risultati dei vari studi gli esperti hanno dimostrato che un maggiore consumo di frutta, fibre alimentari, latticini e caffeina è risultato associato ad una ridotta incidenza di acufene.

Queste riduzioni sono state del 35% per l’assunzione di frutta, del 9% per le fibre alimentari, del 17% per i latticini e del 10% per l’assunzione di caffeina. Non sono state trovate associazioni tra altri fattori dietetici e tinnito e i risultati sono stati coerenti dopo ulteriori analisi. Rimane solo un dubbio legato all’associazione tra introduzione di caffeina e rischio di comparsa di tinniti che rimane controversa.

Gli esperti cinesi segnalano anche che non è possibile stabilire una causalità e che il numero relativamente piccolo di studi considerati potrebbe aver portato alcuni fattori dietetici benefici convenzionalmente accettati (come verdure e uova) a non dimostrare differenze significative. Tuttavia, suggeriscono che “i meccanismi primari sottostanti potrebbero coinvolgere gli effetti protettivi di queste diete su vasi sanguigni e nervi, nonché le loro proprietà antinfiammatorie e antiossidanti” e affermano che sono necessari ulteriori studi su larga scala “per integrare e verificare la relazione tra assunzione alimentare e tinnito”.

Come nasce l’acufene

L’acufene o tinnito è legato alla percezione di un rumore, solitamente un ronzio, un fischio, un fruscio o un sibilo, avvertito nelle orecchie o nella testa, in assenza di uno stimolo acustico esterno. Si tratta insomma di “sensazioni uditive fantasma” o, più precisamente, di sensazioni sonore che si avvertono soggettivamente.

La definizione si può considerare valida per tutti gli acufeni, indipendentemente dalle caratteristiche sonore che possono variare e li fanno descrivere dal paziente come simili ad un fischio, un ronzio, un soffio, un fruscio, una pulsazione o a fenomeni sonori più complessi.

Sono un disturbo comune di cui ha sofferto almeno una volta il 50-60 per cento della popolazione generale, il 10-20 per cento in modo protratto e che nel 2-3 per cento arriva a compromettere, anche gravemente, la qualità della vita.

Vanno distinti dalle allucinazioni uditive, che corrispondono a sensazioni sonore più strutturate (voci, elementi musicali) e che possono associarsi a disturbi neurologici o psichiatrici.

Chi rischia di più gli acufeni ed in tinniti come compagni di viaggio? Ci sono sicuramente elementi di rischio, come i rumori eccessivi e prolungati, ma anche altre situazioni possono incidere.  Ad esempio conterebbe la presbiacusia, cioè la perdita d’udito che si verifica nelle persone anziane, può causare questi fenomeni.

Particolare attenzione va prestata anche ai farmaci: esistono infatti medicinali che possono dare come effetto indesiderato proprio questo disturbo. Capita con alcuni medicinali per la profilassi della malaria, alcuni diuretici utilizzati per abbassare la pressione, certi antibiotici. Infine esistono diverse malattie che possono manifestarsi anche con questi sintomi uditivi: capitano di più in chi soffre di sindrome di Menière (con vertigini e sensazione di pressione all’orecchio) di alterazioni della funzione della tiroide, in chi ha problemi di circolazione e in coloro che soffrono di bruxismo, ovvero sono portati a “masticare” e serrare le mascelle la notte, mentre dormono.

La risposta agli acufeni deve venire solo dal medico: a lui il compito di capirne le cause ed identificare eventuali trattamenti.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.

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