Il duplice omicidio di villa Pamphili, scoperto sabato 7 giugno 2025, da quando è finito sui giornali e ha monopolizzato i media, non ha smesso un attimo di essere al centro dell’attenzione. Primo perché ha scosso l’opinione pubblica per il luogo in cui è avvenuto, un parco cittadino simbolo di serenità, in cui i bambini giocano e si divertono, non trovano certo la morte e per l’identità delle vittime, una giovanissima donna e la sua bambina di soli 6 mesi; secondo perché di giorno in giorno, nonostante i sospetti si fossero concentrati da subito, grazie a varie testimonianze, su un uomo probabile compagno della prima e padre della seconda, poi intercettato e fermato in Grecia, il mistero anziché avviarsi alla risoluzione si è fatto sempre più ingarbugliato, degno della trama di un thriller horror. Che assume un sapore ancora più amaro considerato che Rexal Ford, questo il nome presunto dell’uomo, quello che compare sul passaporto (anche se all’anagrafe il 46enne sarebbe registrato anche con un altro nome), si spacciava per regista ed era arrivato a Roma per cercare finanziamenti per un suo film.

“Sono persone dell’est”, “Sono clochard, probabilmente di origine rumena”, “Vite ai margini, un duplice delitto nato in un contesto disagiato”. E invece si scopre che Rexal Ford, sebbene si presenti alle mense della Caritas, gira con cellulare e carte di credito, arriva da una famiglia americana agiata, si dice figlio di una regista famosa, ha vissuto con quella che ha presentato alle forze dell’ordine come sua moglie Stella, a Malta, dove pare si siano sposati e sia nata la loro bambina. Lei forse sì, di origine dell’est, ucraina o russa, ma la sua identità resta avvolta nel mistero.
E se nei giorni scorsi le testimonianze parlavano di scene di violenza tra i due, lui ubriaco e aggressivo, lei che cercava di allontanarlo dalla bambina (“Don’t touch her”, diranno i testimoni) e dai database escono altri precedenti per violenza dell’uomo, la testimonianza di Oskar Christian, noto come El Mariachi, un musicista messicano che avrebbe vissuto con loro a Malta, è di tutt’altro genere.
L’uomo intervistato da Repubblica, dice: “Avevo vissuto con lui e la moglie. Erano una coppia bellissima, si amavano. Non l’avrebbe mai uccisa. Rexal è un uomo di pace, e aveva mille interessi: regista, sceneggiatore, produttore. Conosceva la vita e il mondo. Era un poliglotta. Mi ha fatto molte foto, che conservo ancora. Diceva di essere il figlio della rockstar Lita Ford. Non so se fosse vero, ma parlava spesso della presunta madre, di politici e star di Hollywood che conosceva”.
E ancora: “Erano super simpatici, gli volevo bene. Abbiamo vissuto bei momenti insieme. Lei era un genio dell’informatica, una sorta di hacker. Un Robin Hood della rete. Nemmeno Rexal sapeva bene quello che faceva. Mi pare fosse russa, o forse islandese, comunque del Nord Europa. Parlava un inglese perfetto. Le avevo insegnato a cucinare con il cactus perché volevano preparare piatti speciali per i loro ospiti. Non l’avrebbe mai uccisa. L’ultima volta che li ho sentiti lei era incinta, avevamo scherzato su questa cosa”.
“Rexal diceva di avere anche una casa a Roma, o almeno un appoggio. Sapere che sono morte la moglie e la bambina mi lascia senza parole. Non può essere stato lui. Qualcuno deve avergli fatto del male, forse per il lavoro di lei. Non so se fosse un hacker, ma lavorava per una compagnia importante e trattava dati sensibili, su questioni globali”. E conclude: “Non capisco nemmeno perché sia andato i Grecia, visto che non mi risulta parlasse greco. Se è fuggito, è perché aveva paura. Paura che potessero fargli del male”.
Nel frattempo esce un’altra testimonianza, quella di uno scrittore di fantasy con cui Rexal Ford avrebbe dovuto collaborare per realizzare un film, raccolta sempre da Repubblica: “Mi ha chiamato il 10 giugno dicendo che la moglie lo aveva lasciato per tornare dal suo ex e che era rimasto da solo con la bambina, quindi sarebbe andato in Inghilterra dove era stato altre volte”. Un’altra bugia, visto che la presunta moglie, in quella data, era già morta.
Rexal e Stella due identità ancora da chiarire, due misteri – le loro vite, professioni, il loro passato – che si intrecciano prima del drammatico epilogo. Adesso hanno prelevato il suo dna per accertare se sia o meno il padre della bambina, perché i depistaggi, le bugie, sono tantissime. Degne davvero di una spy story, oltreché di un giallo a tinte horror. Una storia che sta tenendo tutti col fiato sospeso, desiderosi di sapere la verità e ricostruire i fatti. Anche perché in mezzo a tutto questo mistero, l’unica triste certezza è la morte di una giovane donna e soprattutto di una bambina innocente che non avevano scelto di far parte di questo orribile sceneggiatura.