Vuoi viaggiare, aiutare e conoscere persone da tutto il mondo? Scopri come partire per un’esperienza di volontariato all’estero

Un viaggio che è anche un modo per conoscersi, imparare, aiutare e mettersi in gioco davvero: il volontariato all’estero è un’esperienza da vivere almeno una volta nella vita

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Miriam Tagini

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista pubblicista, in passato ha lavorato come web editor, content creator e social media manager. È bilingue e collabora con testate online nazionali e magazine internazionali. Per DiLei scrive di Lifestyle nella sezione GirlZ.

Pubblicato: 30 Giugno 2025 16:47

Partire per un viaggio è sempre un’esperienza trasformativa. Ma farlo con lo scopo di aiutare gli altri, imparare cose nuove e crescere come persona può davvero cambiare il modo in cui si guarda al mondo (e anche a sé stesse). In questo senso, il volontariato all’estero è un’opportunità che unisce scoperta, avventura, solidarietà e consapevolezza. In un momento storico in cui sempre più ragazze cercano esperienze che abbiano un significato profondo e un impatto reale, scegliere di partire per un progetto di volontariato all’estero può essere il primo passo per costruire una nuova visione della propria vita, delle proprie priorità e del proprio futuro.

Ma da dove cominciare? In questo articolo esploriamo gli ambiti in cui è possibile rendersi utili, cosa aspettarsi da un’esperienza di questo tipo, come orientarsi tra i vari programmi e quali sono le organizzazioni istituzionali (senza brand o iniziative commerciali) che li rendono accessibili. Se anche voi sognate di viaggiare e aiutare allo stesso tempo, siete nel posto giusto.

Sostenibilità e tutela dell’ambiente: per chi ama la natura e vuole difenderla

Uno degli ambiti più richiesti per il volontariato giovanile all’estero è quello della sostenibilità ambientale. Se amate la natura, gli animali e i paesaggi incontaminati, ci sono tanti progetti che vi permettono di contribuire in modo concreto alla protezione dell’ambiente. Le attività possono spaziare dalla riforestazione nei Paesi del Sud America alla tutela delle tartarughe marine in Africa, dalla pulizia delle spiagge al monitoraggio di parchi nazionali in Asia o Oceania. In molti casi si vive in campi condivisi con altri volontari da tutto il mondo, con turni di lavoro giornalieri e tempo libero per esplorare i dintorni o approfondire la cultura locale.

Fare volontariato ambientale all’estero significa anche imparare tantissimo. Si acquisiscono nozioni pratiche sulla biodiversità, la gestione sostenibile delle risorse naturali e il cambiamento climatico. Ma, soprattutto, si sviluppa una nuova forma di rispetto per la Terra e per la responsabilità che ogni persona ha nei confronti del pianeta. In generale, non serve avere conoscenze tecniche o lauree scientifiche per partecipare: basta entusiasmo, spirito di adattamento e tanta voglia di mettersi in gioco.

Cooperazione e comunità locali: un’esperienza di relazione e scambio

Un altro grande ambito del volontariato all’estero è quello della cooperazione con le comunità locali. Si tratta di progetti che puntano a sostenere la crescita di aree svantaggiate, contribuendo a migliorare l’accesso all’istruzione, alla salute, ai diritti e alle risorse. In questi casi, il volontariato diventa una forma di scambio culturale: non si va “a insegnare qualcosa”, ma a collaborare, imparare, condividere.

Le attività possono variare molto: aiutare nelle scuole, sostenere laboratori creativi per bambini, partecipare a campagne sanitarie di base, promuovere attività sportive, offrire supporto psicologico o organizzare eventi culturali. L’importante è l’approccio, sempre rispettoso, attento e collaborativo. In alcune esperienze, i volontari vivono con famiglie locali, imparando le abitudini, le lingue e i ritmi del posto; in altre si sta in piccoli gruppi in residenze comuni.

Si impara a essere flessibili, a comunicare con chi parla un’altra lingua, a gestire situazioni nuove e inaspettate. E si torna a casa con una consapevolezza nuova: che ogni gesto, per quanto piccolo, può fare la differenza.

Programmi istituzionali di volontariato

Per chi cerca un’esperienza sicura, strutturata e riconosciuta a livello internazionale, ci sono diversi programmi promossi da enti pubblici e organizzazioni istituzionali. Il più conosciuto in Europa è il Corpo Europeo di Solidarietà (European Solidarity Corps), promosso dalla Commissione Europea. Questo programma finanzia esperienze di volontariato in tutta Europa (e non solo) per ragazze e ragazzi tra i 18 e i 30 anni. I progetti durano da due settimane a un anno, e coprono spese di viaggio, vitto, alloggio e assicurazione. Gli ambiti possono essere tantissimi: ambiente, cultura, assistenza, inclusione sociale, sport, educazione, patrimonio artistico e molto altro.

Un altro grande contenitore di opportunità è Erasmus+, che non riguarda solo le università. All’interno del programma ci sono progetti di Youth Exchange e Training Courses dedicati ai giovani europei, spesso gratuiti o a costi molto ridotti. Anche qui si lavora sulla dimensione dell’incontro, della cittadinanza attiva e dello scambio culturale.

Infine, per chi guarda oltre i confini europei, esiste il Programma dei Volontari delle Nazioni Unite (UNV). Si tratta di opportunità rivolte soprattutto a chi ha già compiuto 18 anni e ha un buon livello di inglese, ma esistono anche micro-progetti e programmi più brevi pensati per i giovani. È un’opzione per chi sogna di lavorare nella cooperazione internazionale o nelle ONG e vuole iniziare a costruire esperienza sul campo.

Cosa aspettarsi da un’esperienza di volontariato all’estero

Sognare un’avventura internazionale è bellissimo, ma è importante sapere cosa aspettarsi davvero da un’esperienza di volontariato. Innanzitutto, non si tratta di una vacanza. Certo, ci sarà tempo per divertirsi, scoprire posti nuovi, fare amicizie. Ma è anche un impegno concreto: si lavora, spesso con orari definiti e compiti precisi. Le condizioni possono non essere sempre comode: magari si dorme in tenda, si mangia cibo locale poco familiare, si lavora sotto il sole o sotto la pioggia. Ma proprio in questo sta il valore dell’esperienza.

Un altro aspetto importante riguarda la convivenza. Che siate in una residenza, in famiglia o in una struttura con altri volontari, vivrete a stretto contatto con persone di culture, abitudini e caratteri diversi. Questo può essere una sfida (soprattutto se siete abituate alla vostra routine), ma è anche un’enorme occasione di crescita. Imparerete a collaborare, a comunicare in modo efficace, a gestire conflitti in modo maturo. E vi porterete a casa non solo ricordi, ma anche nuove competenze relazionali che vi torneranno utili nella vita personale e professionale. E perché no, anche nuovi amici con con potrete rimanere in contatto per sempre. 

Perché partire (anche se fa un po’ paura)?

C’è chi sogna di partire da sempre, e chi sente l’ansia solo all’idea. Ed è normalissimo. Lasciare il proprio Paese, mettersi in un contesto nuovo, parlare un’altra lingua, dormire in un letto sconosciuto: sono cose che fanno paura a tutti, almeno un po’. Ma sono anche quelle che, una volta vissute, vi fanno dire: “Ce l’ho fatta”.

Fare volontariato all’estero da giovani vi darà una forza nuova. Vi farà scoprire lati di voi che non conoscevate. Vi aiuterà a uscire dalla vostra comfort zone e vi insegnerà a fidarvi di voi stesse. È anche un’esperienza che arricchisce il curriculum, che piace alle aziende, che racconta chi siete molto più di un voto in pagella. Ma, soprattutto, è un’esperienza che fa bene al cuore. Perché scoprire il mondo attraverso gli occhi degli altri, imparare a tendere la mano, mettersi al servizio, sono gesti che restano. E che spesso cambiano per sempre il vostro modo di stare al mondo.