Letizia Ruggeri, chi è la pm che indagò sul caso di Yara

Determinata e ostinata nella ricerca del colpevole dell'omicidio di Yara Gambirasio, Letizia Ruggeri è la pm che ha portato fino a Ignoto 1

Pubblicato: 23 Giugno 2025 13:41

Martina Dessì

Lifestyle Specialist

Content editor di tv, musica e spettacolo. Appassionata di televisione da sempre, designer di gioielli a tempo perso: ama i particolari, le storie e tutto quello che brilla.

In un’Italia che dimentica in fretta, la storia di Yara Gambirasio continua a bruciare sotto la cenere. Il caso della giovane di Brembate di Sopra scomparsa il 26 novembre 2010, riesploso dopo la docuserie di Netflix e l’intervista di Massimo Bossetti a Belve Crime, ha riportato a galla nomi, volti e decisioni che hanno segnato un’epoca giudiziaria. Tra questi, emerge quello di Letizia Ruggeri, il pubblico ministero che ha guidato le indagini sin dai primi giorni con un rigore e una determinazione diventati emblemi, ma anche oggetto di controversia. La pm, finita sotto inchiesta per presunte irregolarità e poi prosciolta da ogni accusa, torna così al centro del dibattito, ma per comprenderne davvero il suo ruolo occorre guardare indietro, alle origini di una carriera costruita su scelte non semplici e una passione per la giustizia che l’ha portata a non voltarsi mai dall’altra parte.

Chi è Letizia Ruggeri

Nata a Milano il 27 maggio 1965, si laurea in Giurisprudenza alla Statale e nel 1993 vince due dei concorsi più selettivi della pubblica amministrazione: quello per commissario e quello per magistrato. I numeri parlano chiaro — 20mila candidati per appena 300 posti da togato. Ruggeri è una di quei pochi che ce la fanno. I primi incarichi la portano lontano da casa, ad Agrigento, dove si confronta con il volto più duro della criminalità. Gli omicidi di mafia e gli stiddari, una delle frange più violente e meno note del crimine organizzato siciliano. Esperienze che la temprano, che le insegnano a gestire la pressione e a scegliere con freddezza, ma anche a non dimenticare mai la dignità delle vittime.

Nel 1999 si trasferisce a Bergamo. E proprio in questa città, tra procedimenti delicati e inchieste complesse, arriverà quel fascicolo che cambierà tutto e che conteneva la scomparsa della tredicenne Yara Gambirasio, poi ritrovata morta il 26 febbraio 2011 in un campo nei pressi di Chignolo d’Isola. Un caso, questo, che era già destinato a rimanere impresso nella cronaca giudiziaria italiana.

Durante i lunghi mesi di indagini, ogni suo passo veniva scrutato da stampa e opinione pubblica. Ma lei non si è mai lasciata ingabbiare dal giudizio altrui. Nessuna intervista e pochissime parole perché preferiva i fatti. È stata lei a voler coinvolgere i migliori genetisti d’Italia – tra cui l’anatomopatologa Cristina Cattaneo – per identificare l’ormai celebre Ignoto 1. Ed è stata sempre lei a insistere affinché non si badasse a spese. Non tanto per fredda strategia investigativa, ma per una convinzione personale: che ogni vittima meriti verità, anche a costo di sfidare i limiti dell’apparato.

Il processo a Massimo Bossetti

L’arresto di Massimo Bossetti il 16 giugno 2014 segna il punto di svolta perché il DNA trovato su un lembo degli slip di Yara Gambirasio è compatibile in modo praticamente assoluto. Ma Letizia Ruggeri non si accontenta della genetica e decide di costruire un impianto accusatorio fatto di orari, spostamenti, fibre tessili, ricerche sospette. Due giorni di requisitoria, senza mai incrociare lo sguardo dell’imputato.

Il 1° luglio 2016 arriva la condanna all’ergastolo in Corte d’Assise a Bergamo. Il caso sembra chiuso, ma la realtà giudiziaria raramente è lineare. Il 17 luglio 2017, la Corte d’appello di Brescia conferma però la sentenza del primo grado di giudizio, considerando Massimo Bossetti responsabile dell’omicidio di Yara Gambirasio e condannandolo all’ergastolo. Il procedimento giudiziario si è concluso il 12 ottobre 2018 con la condanna definitiva del muratore di Mapello, il cui movente sarebbe stato individuato in un’aggressione sessuale.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963