Non servono scuole o corsi dedicati: ecco come imparare una lingua viaggiando

Dimenticate test, esercizi e scuole serali: una lingua si può imparare anche vivendo esperienze nuove, parlando con chi si incontra in viaggio, sbagliando e riprovando. E sì, funziona davvero

Foto di Miriam Tagini

Miriam Tagini

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista pubblicista, in passato ha lavorato come web editor, content creator e social media manager. È bilingue e collabora con testate online nazionali e magazine internazionali. Per DiLei scrive di Lifestyle nella sezione GirlZ.

Pubblicato: 20 Giugno 2025 15:59

Ci sono cose che sogni da sempre, anche se magari non le dici ad alta voce. Parlare inglese senza impappinarti. Capire una conversazione in francese senza dover usare Google Translate. Rispondere in spagnolo con una battuta brillante. Ecco: imparare una lingua è uno di quei desideri che abitano in fondo alla testa, mescolati ai viaggi da fare prima dei trent’anni e a quell’idea – più forte di quanto sembri – di sentirsi a casa in una città straniera.

Eppure c’è un ostacolo che si presenta sempre, puntuale come l’inizio delle lezioni: l’idea di dover seguire un corso. Un’aula, delle sedie in fila, esercizi da fare. Troppo rigido, troppo scolastico, troppo “già visto”.

Ma chi ha detto che per imparare una lingua serva davvero una scuola? Ci sono infatti tanti modi alternativi, coinvolgenti e anche divertenti per farlo. Modi che hanno a che fare con i viaggi, con le relazioni, con la voglia di buttarsi in situazioni nuove. Modi che vi portano a usare la lingua non per forza per “studiare”, ma per vivere. E la cosa migliore è che si può iniziare anche senza un budget enorme o un’esperienza alle spalle. Bastano curiosità, spirito di adattamento e un po’ di voglia di uscire dalla zona di comfort. Ecco come.

Viaggia come una local, non come una turista

C’è un’enorme differenza tra viaggiare per visitare monumenti e viaggiare per incontrare persone. Nel primo caso, potete passare giorni interi parlando solo con il gruppo di amici con cui siete partite o con altri turisti italiani incontrati lungo il cammino. Nel secondo caso, invece, ogni spostamento diventa l’occasione per imparare nuove parole, ascoltare nuovi accenti, fare domande e capire davvero come si parla quella lingua nella vita di tutti i giorni.

Capita così, senza nemmeno rendertene conto. Prendi un treno per Praga con le amiche, dormi in ostello per risparmiare, e la sera ti ritrovi a chiacchierare con una ragazza olandese in cucina. All’inizio vai in tilt: mischi italiano, inglese e gesti. Ma poi una frase ti riesce. Lei sorride. E la conversazione va avanti. Senza libri, senza appunti, senza che nessuno ti dica cosa fare. Solo tu, le parole che hai in testa e quelle che impari sul momento.

È lì che succede la magia: quando ti metti in gioco senza pensarci troppo. Quando vivi la lingua. Quando smetti di avere paura di sbagliare, e inizi a scoprire quanto può essere bello riuscire a dire anche solo una cosa semplice, ma detta bene.

Non serve andare dall’altra parte del mondo o avere a disposizione tre mesi. Anche un weekend lungo in una città europea può trasformarsi in un’esperienza linguistica profonda se si sceglie di uscire dalle “bolle” turistiche. Basta appunto dormire in un ostello, chiacchierare con il personale del bar, farsi coraggio e iniziare una conversazione sul treno. È così che si scoprono modi di dire locali, espressioni intraducibili e piccoli gesti linguistici che non troverete mai nei libri. Il tutto in modo naturale, spontaneo, autentico. E vi stupirà scoprire quanto il cervello riesca ad assorbire quando non è sotto pressione da interrogazioni o compiti.

Parlare, sbagliare, migliorare: la grammatica della vita vera

Quando si impara una lingua vivendola, l’approccio cambia radicalmente. Non si parte più dalla grammatica, ma dalle persone. Dai gesti, dalle emozioni, dalle risate. Non serve conoscere tutte le coniugazioni per iniziare a parlare: quello che conta è buttarsi. Iniziare con due parole, poi una frase, poi un’espressione ascoltata e replicata. Più si parla, più si ascolta, più si sbaglia… e più si impara. È una regola che vale sempre, e che funziona ancora meglio quando si è in viaggio o in contatto con madrelingua.

Chi ha fatto una vacanza studio o un’esperienza di scambio culturale lo sa bene: imparare un idioma non significa solo studiarlo, ma viverlo. Una conversazione fatta in modo spontaneo, magari con qualche pausa o risata nervosa, insegna molto di più di una lezione tradizionale. E, soprattutto, rimane.

È proprio quando ci si mette in gioco – anche con un po’ di imbarazzo – che si inizia davvero a padroneggiare la lingua. Ogni chiacchierata può diventare una piccola conquista. Ogni parola capita per caso, una medaglia da appendere alla memoria.

Le app che ti aiutano a imparare una lingua viaggiando

Chi ha detto che per imparare una lingua serva pagare un corso o comprare mille manuali? Esistono app, piattaforme e community che permettono di viaggiare, conoscere persone nuove e allo stesso tempo migliorare una lingua straniera, senza dover seguire nessuna lezione tradizionale. Non si tratta di miracoli o magie: è semplicemente una questione di abitudini e di contesti.

Pensate a quelle ragazze che partono con Workaway o con Wwoof per vivere qualche settimana in una casa, in una fattoria o in un progetto sociale all’estero. In cambio di qualche ora di lavoro al giorno, ricevono vitto, alloggio e, soprattutto, un’immersione totale nella lingua del posto. Non si tratta di stare in classe, ma di ascoltare, parlare, cucinare, ridere e vivere insieme ad altre persone, giorno dopo giorno. Ogni pasto diventa una lezione di conversazione, ogni passeggiata una palestra di ascolto, ogni errore una scoperta da ricordare.

Anche chi non può viaggiare può sfruttare queste piattaforme: alcune, come Tandem o HelloTalk, permettono di fare scambi linguistici con coetanei dall’altra parte del mondo. Si può parlare via chat, audio o video e costruire rapporti veri, oltre che vocabolari nuovi.

E se non ho modo di viaggiare?

Non tutte le persone hanno la possibilità di partire, almeno non subito. Ma questo non significa che si debba rinunciare all’idea di imparare una lingua. Anzi. È possibile costruirsi una piccola “full immersion” anche a casa, partendo da piccole abitudini quotidiane. Ci sono alcuni classici consigli per migliorare la lingua anche a casa: basta cambiare la lingua del telefono o dei social, iniziare a scrivere un diario in inglese, cercare una pen-friend con cui scambiarsi messaggi o vocali, oppure parlare da sole allo specchio, raccontando la propria giornata in francese, spagnolo o tedesco, come fosse una piccola sfida personale.

Il segreto è rendere la lingua parte della propria vita quotidiana, senza che sembri un dovere. Se entra nei pensieri, nelle canzoni, nei sogni, allora qualcosa sta già cambiando. E un giorno, magari senza nemmeno accorgervene, vi sorprenderete a ordinare un caffè in un’altra lingua con sicurezza, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Perché in fondo imparare una lingua non è solo imparare a parlare. È imparare a osservare, ad ascoltare, a connettersi con chi è diverso da noi. È viaggiare anche da fermi. È aprire la mente e lasciarla curiosa, sempre in movimento.