Orietta Berti: “Piaccio ai giovani perché sono me stessa. Con Cabaret faremo ballare tutta l’estate”

Orietta Berti: "Io e Fabio Rovazzi siamo inseparabili. Quando ho sentito 'Cabaret', ho pensato subito a lui. Il video? Lo abbiamo girato da Nina Zilli"

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Pubblicato: 2 Luglio 2025 13:29

Orietta Berti è già la regina dell’estate 2025 con Cabaret, il nuovo singolo targato Time Records, che già tutti ballano e cantano. Al suo fianco, ancora una volta, c’è Fabio Rovazzi: ormai sono inseparabili dal 2022. Ma c’è anche una grande novità. A loro si sono uniti i Fuckyourclique, uno dei gruppi emergenti più irriverenti della scena urban contemporanea.

Orietta Berti, icona della musica italiana, idolo della Gen Z, si rimette dunque in gioco o meglio in pista con Cabaret, già tormentone di quest’estate. E in tanto si appresta a festeggiare 60 anni di sfavillante carriera con un album, in uscita il prossimo inverno, per il quale ha ricevuto 100 canzoni da giovani artisti che vogliono lavorare con lei.

Nel suo nuovo singolo e tormentone dell’estate, Cabaret, ha ritrovato Fabio Rovazzi: come è nata questa canzone e come è stata questa collaborazione?
Con Fabio è dal 2022 che siamo praticamente inseparabili, abbiamo fatto trasmissioni insieme come opinionisti, concerti e poi la promozione di  La Discoteca Italiana. Ma questa volta l’ho voluto proprio io. All’inizio non era previsto che Cabaret uscisse per l’estate, l’ho trovato mentre stavo cercando dei brani per l’album che uscirà a Natale per i miei 60 anni di carriera. Questa brano, che  parla della nostra società esagerata, mi è sembrato subito solare. Appena l’ho sentito, ho pensato subito a Fabio. Mi sono detta: ‘È perfetto’, così gli ho telefonato e lui se ne è entusiasmato. Poi mi ha proposto i Fuckyourclique, che io chiamo sempre Fuckyourlike, ma vedo che non sono l’unica a sbagliare [ride ndr], che piacciono molto ai giovani. E così è nata questa canzone.

Nel video interpreta anche una cartomante, si è divertita a girarlo?
Sì, molto. L’abbiamo girato a giugno, un po’ in ritardo perché aspettavamo che Fabio tornasse dalle vacanze in Thailandia. L’abbiamo fatto in una struttura agricola di Nina Zilli che è la compagna di Danti Lazzarin, che è il produttore di Cabaret e curerà anche il mio prossimo album. Volevo per il video un ambiente festivo, dedicato al Far West con tanti bambini, tante mamme, tanti nonni. Siccome tardavamo ad uscire per colpa di Rovazzi, mi sono inventata per scherzare la figura della chiromante per prevedere la data d’uscita del singolo [ride ndr].

A pochi giorni dall’uscita Cabaret è piaciuto subito
Sì, siamo molto contenti perché abbiamo avuto un ottimo riscontro sui social e non solo. Il brano è stato accolto molto bene e io devo ringraziare tutte le persone che hanno fatto commenti davvero molto favorevoli. Speriamo di far ballare tutta l’estate, perché in questo momento storico c’è bisogno di svagarsi.

Orietta Berti Fabio Rovazzi Cabaret
Ufficio stampa - Time Records
Orietta Berti con Fabio Rovazzi e i Fuckyourcliques, “Cabaret”

A proposito dell’album su cui sta lavorando, ci può dare qualche anticipazione?
Certo. È un progetto importante per me, perché celebrerà i miei sessant’anni di carriera. Sto ricevendo tantissimi brani da giovani autori e rapper. Su 100 canzoni ne devo scegliere 30 e su 30 ne devo scegliere 15. È molto difficile, perché sono tutte davvero belle e con testi profondi. Cantare in stile rap, con tante parole su una melodia, non è semplice: richiede studio. A luglio, tra un concerto e l’altro, inizierò le registrazioni a Milano.

Lei è un’icona della musica italiana e la Gen Z la adora: qual è il suo punto di forza?
Essere me stessa. Credo che i giovani oggi apprezzino la sincerità. Amano molto le persone che si sono fatte da sé. I ragazzi leggono le biografie, cercano nel passato. Quest’estate due rapper, MezzoSangue e Nayt, hanno inserito la mia voce in un brano ispirato a una mia canzone degli anni ’80, Non ti lascerò. Il brano si intitola Valzer ed è andato subito in classifica, quindi li devo ringraziare questi giovani perché mi hanno fatto questo omaggio ed è stato molto bello. I giovani vanno indietro nel passato, a cercare quello che ho fatto e questo mi fa davvero tanto piacere. Si informano, studiano, non vanno a caso. Quando mi esibisco, ci sono moltissimi giovani. A volte mi chiedono di cantare delle canzoni che neanche la loro mamma era nata, quando erano di moda. Allora le inserisco nel repertorio e loro cantano insieme a me, perché sanno tutti i testi a memoria.

Pensa di ritornare a Sanremo?
Ci sono tanti modi per tornare a Sanremo, dal fare co-conduzioni all’essere ospite. Come concorrente, dovrei trovare la canzone giusta, perché al Festival ci si va o con un brano che fa divertire o con uno importante da cantare con una grande orchestra. Sanremo è una vetrina prestigiosa e bisogna avere qualcosa da dire per andarci.

Oltre ad essere un’icona della musica, è un’icona di stile: come crea i suoi look?
Non li creo da sola. C’è sempre Nicolò Cerioni che ha vestito per tanti anni i Maneskin, Jovanotti e Achille Lauro. Ci siamo conosciuti per un video ed è nata subito una bella intesa, dandomi consigli per vestirmi. E non ha mai sbagliato. A me piacciono le paillettes e lui dice che non invecchiano mai: le paillettes vanno sembrare le persone come dei cartoni che non hanno età. E ha ragione.

In tv l’abbiamo vista come giudice di Io Canto Senior, Io Canto Generation
Sempre con Fabio Rovazzi e non andiamo mai d’accordo.

La ritroveremo presto in questo ruolo?
Ancora non lo so, ma se si faranno di nuovo questo tipo di trasmissioni dove si può cantare e giudicare, mi chiameranno come ospite. Mi piacerebbe anche tornare a fare programmi come Quelle brave ragazze, che ho amato moltissimo. Con Mara Maionchi e Sandra Milo eravamo vere, spontanee, senza copione. Raccontavamo aneddoti, ci confrontavamo sulla vita. Un’esperienza unica. Se ci fosse modo di riproporla con un nuovo gruppo, direi subito di sì.