Liz Nugent: “La solitudine è un potere”. Viaggio nel buio interiore con la regina del thriller

Liz Nugent ci parla del suo libro, "Sally Diamond la Strana", un fenomeno internazionale che racconta uno degli incubi peggiori per qualsiasi donna

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Pubblicato: 19 Giugno 2025 12:19

Sally Diamond non capisce perché quello che ha fatto è così strano. Dopotutto ha solo eseguito le istruzioni di suo padre: gettarlo nella spazzatura dopo la sua morte, da qui si sviluppa la storia di Sally Diamond la Strana, il thriller best seller internazionale di Liz Nugent, edito da Vallardi.

Sally Diamond la Strana
Puoi acquistare anche online il libro di Liz Nugent

Sally Diamond la Strana è un fenomeno da oltre mezzo milione di copie vendute in più di 30 Paesi che apre la strada a un nuovo modo di scrivere i thriller e la sua autrice, Liz Nugent, dà voce alle donne outsider che non hanno paura di uscire fuori dai canoni: Sally, la sua protagonista, non è altro che una ragazza imperfetta con cui è impossibile non immedesimarsi.

Iniziamo dal tuo ultimo romanzo, Sally Diamond la Strana, come è nata l’idea di questo libro?
L’ispirazione è venuta da un classico della letteratura americana, Il buio oltre la siepe di Harper Lee. Mi affascinava il personaggio di Boo Radley: una figura silenziosa, ai margini, non è il protagonista, ma alla fine sarà determinante e finisce per rivelarsi una personalità eroica. Volevo creare un’analoga figura femminile, qualcuna che sembrasse strana, muta, invisibile… ma che, alla fine, avesse un ruolo cruciale. Sally, la mia protagonista, vive isolata dal mondo, fingendo addirittura di essere sordomuta. Per renderla credibile, ho costruito per lei un passato profondamente traumatico, che giustifica il suo isolamento emotivo e sociale.

Sally è sicuramente un personaggio insolito. Cosa ti ha affascinato di lei mentre la scrivevi?
Mi ha affascinato la sua sincerità brutale. Sally dice quello che pensa, senza filtri, ma non per provocare: semplicemente non capisce perché dovrebbe fingere. È un tipo di autenticità rara e ho finito per ammirarla. Ho provato a mettermi nei suoi panni, a capire cosa significhi vivere con distacco emotivo, ma senza rabbia o rancore. Sally non è triste, è semplicemente chiusa. La sua evoluzione, che passa attraverso il riaffiorare dei ricordi e l’incontro con nuove persone, è ciò che dà corpo alla trama. È come se anche l’ambiente che la circonda – un piccolo villaggio irlandese – si trasformasse con lei: fiorisce, si apre, cambia.

Possiamo dire che Sally Diamond la Strana sia anche una storia di riscatto?
Sicuramente. Il romanzo è una parabola sulla possibilità di riconnettersi con gli altri, nonostante un passato devastante. Nel senso che quello che la vita le ha tolto, poi lei lo ritrova. Sally riesce a stringere nuove relazioni: riscopre l’amicizia con una vecchia compagna di scuola, ritrova la zia che non sentiva da 20 anni. Eppure il finale – in cui la vediamo sola in Olanda – è volutamente amaro. Volevo un epilogo realistico: le relazioni si possono perdere per cause esterne, come la pandemia, ma questo non cancella il cammino fatto. Sally non torna la donna che era all’inizio. È cambiata, anche se non ha tutto quello che desiderava.

Una delle forze del libro è la tensione emotiva che genera. Secondo te, qual è il segreto del successo mondiale del tuo romanzo?
Credo che il romanzo tocchi paure molto profonde, soprattutto nelle donne. Racconta di uno dei crimini più terrificanti, peggiori forse dell’omicidio: essere rapiti, tenuti prigionieri e violentati sistematicamente, è uno degli incubi peggiori per qualsiasi donna. Quindi la risposta è questa, il fatto che il lettore si può, diciamo, identificare con queste paure. Ricevo lettere da donne – ma anche da uomini – che mi dicono quanto li abbia sconvolti. Questo tipo di trauma psicologico, questa violenza invisibile ma totalizzante, ci mette davanti alla fragilità del controllo che crediamo di avere sulle nostre vite.

Liz Nugent
Getty Images
Liz Nugent

Quindi possiamo dire che il tuo interesse è sempre più nella mente dei personaggi, più che nel crimine in sé?
Esattamente. Per me, il vero enigma è l’animo umano. Il crimine è solo un mezzo per esplorare i meccanismi mentali, i traumi, le ossessioni. È lì che nasce il vero orrore. E anche, paradossalmente, la possibilità di salvezza.

Come costruisci le tue storie?
Vengo dal mondo del teatro e della televisione, quindi ho un approccio molto visivo e ritmato. Prima di scrivere, vedo le scene nella mia mente. Poi lavoro molto sulla psicologia dei personaggi. Ogni comportamento deve avere una radice credibile, anche se disturbante. Non voglio mai che il lettore dica: ‘Questo non è plausibile’. Voglio che si senta dentro la testa del personaggio, anche quando è oscuro.

Stai già lavorando a un nuovo romanzo?
Sì, sto lavorando a un nuovo libro, anche se non posso svelare troppi dettagli. Sarà ambientato tra Boston e l’Irlanda e affronterà un tema molto controverso, che susciterà discussione.

Italiaonline presenta prodotti e servizi che possono essere acquistati online su Amazon e/o su altri e-commerce. In caso di acquisto attraverso uno dei link presenti in pagina, Italiaonline potrebbe ricevere una commissione da Amazon o dagli altri e-commerce citati. I prezzi e la disponibilità dei prodotti non sono aggiornati in tempo reale e potrebbero subire variazioni nel tempo: è quindi sempre necessario verificare disponibilità e prezzo su Amazon e/o su altri e-commerce citati.