Contenitori e carta d’alluminio, errori da non fare e come usarli

L'alluminio in cucina è molto utilizzato, ma scopriamo come comportarci con i contenitori e anche con la cottura al forno per evitare errori

Pubblicato: 10 Aprile 2022 10:12

DiLei

Redazione

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L’alluminio è uno dei prodotti che teniamo maggiormente in casa, e che ci è utile non solo in cucina, ma anche per altri scopi domestici. Ci sono però degli errori che non dovremmo commettere, soprattutto quando parliamo di contenitori e carta d’alluminio. Sono tante le domande che ci poniamo: la cosiddetta “carta stagnola” dovrebbe essere usata nel modo corretto, onde evitare qualsiasi problema.

Contenitori e carta d’alluminio, cosa sapere

Quando vogliamo conservare gli avanzi di cibo, usiamo maggiormente due prodotti: contenitori e carta d’alluminio. Le apposite vaschette sono sempre utili, ma come utilizzare la carta stagnola senza incorrere in problemi per la salute? Senza considerare che a volte utilizziamo questo prodotto anche per cuocere in forno.

La regola principale, che è molto importante da seguire, è quella di evitare di conservare gli alimenti più acidi a contatto con l’alluminio per tempi prolungati (e soprattutto quando i cibi sono ancora caldi). L’acidità del pomodoro stimolerebbe la solubilizzazione del metallo. Sarebbe più corretto utilizzare un contenitore in vetro.

C’è poi da aggiungere il tema ecologico: in genere, le vaschette di alluminio sono usa e getta, e non andrebbero neppure riutilizzate. Pertanto, per la conservazione del cibo sarebbe più opportuno preferire dei contenitori in vetro con chiusura ermetica.

Alluminio nei contenitori: cosa dice la legge

Esistono molte normative da seguire per quanto riguarda il tema dei materiali a contatto con i cibi. Il Decreto n.76 del 2007 si è espresso sull’alluminio. I produttori possono usare l’alluminio seguendo alcuni accorgimenti essenziali.

Troviamo il contatto breve – ma non superiore a 24 ore – in qualsiasi condizione di temperatura; il contatto prolungato, superiore alle 24 ore, a temperatura refrigerata o di congelamento. Infine, per il contatto prolungato superiore alle 24 ore a temperatura ambiente può avvenire solo evitando le condizioni di migrazione: pertanto, alimenti come la pasta secca, lo zucchero, il caffè o gli ortaggi essiccati.

Alluminio per la cottura in forno: come comportarsi

Per la cottura in forno, si è espressa l’INRANIstituto Nazionale della Nutrizione – che ha sottolineato come l’acetato di alluminio si formi a contatto con sostanze acide. Ci riferiamo dunque al limone, al pomodoro. Invece, utilizzando acqua e olio, il livello di formazione è pressoché vicino allo zero.

Molti contenitori di ultimissima generazione sono realizzati in modo sicuro e sono spesso ricoperti da appositi materiali protettivi. Tuttavia, se vogliamo preparare il classico cartoccio, avvolgiamo il nostro cibo a contatto con la carta da forno. In seguito, aggiungiamo un secondo strato di alluminio. Un accorgimento che ci farebbe sentire più tranquilli.

L’alluminio fa male?

In sé, il metallo è tossico e può causare dei problemi ad alcuni organi del nostro corpo, tra cui il cervello. A riguardo è intervenuta l’Autorità Europea sulla Sicurezza AlimentareEFSA – che ha studiato a lungo la dose giornaliera tollerabile di alluminio. In linea di massima, non ci sarebbero rischi né possibilità di raggiungere una dose massiccia di tossicità. La dose settimanale tollerabile è pari a 1 milligrammo di alluminio per kg di peso corporeo: questo è quanto si legge sul sito dell’EFSA. Ricordiamoci, infine, di leggere sempre le diciture presenti sui prodotti di alluminio. Grazie alle etichette, possiamo di certo evitare di commettere errori.

C’è una costante che ci può aiutare a comprendere quando l’alluminio è destinato alla cucina: il simbolo della forchetta e del bicchiere. Se presente, vuol dire che il prodotto è stato pensato per essere a contatto con gli alimenti.

Sono poi poche ma fondamentali le regole da seguire: evitarne assolutamente l’uso nei forni a microonde, non porre il materiale a contatto con il fuoco e non sfruttarlo per lungo tempo a contatto con gli alimenti caldi, proprio per prevenire la migrazione.

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